Cerca nel blog

venerdì 30 dicembre 2011

E' tempo di migrazioni nel Cielo Alto


E' così che andrò anch'io?
Lentamente, senza dirti mai addio.

Ancora siamo a vivere di niente
e ancora la vita si fa ferita
come papaveri in un campo nell'alba,
dietro la notte.

Li vedo ballare
nella mia infermità sentimentale
come se vivere o esistere
fossero i peggiori fra i mali.

Catturami nel silenzio
l'eco della distanza
e percorrimi più per follia
che non per appartenenza.

Un destino a forma di sassi
si lancia nella calma dello stagno
per incitare al volo
quello che da millenni non si sposta.

Vorrei essere
- o magari solo cercare -
il tentativo di distrazione,
o quell'aquilone che lascia la tua mano

e si lascia Amare
almeno dalle nuvole.

Poi tutto è come non vedi.
Anche io ho un'anima che salta;

come una rana,
che da uno stagno all'altro
gracida perché non sà cantare.

Ma l'anima piruetta
come una libellula sullo specchio dell'acqua,
sembra una ballerina
in un corpo che non corrisponde.

In lei non capirai mai
l'infermità che la costringe a ballare
parola dopo parole,
come su un fuoco
che non riesce a domare. 


Grazie di cuore a tutti. A chi voglio bene. A chi ha condiviso con me pensieri, emozioni, visioni, magie, sogni .. Grazie a chi è passato qui anche solo per curiosità, per errore, per caso. A tutti il mio abbraccio e l'augurio per il nuovo anno: che mai vi manchi la follia della Speranza. E' in questo tempo balordo, il vero motore, oltre all'Amore che ci porta a navigare ognuno la propria storia e trovare il ruscello che scava la roccia. Buoni giorni con le persone che Amate, trattale con cura come fosse ogni giorno l'ultimo giorno... e che siano accolte nel vostro cuore anche le Assenze, che sono sempre qui a ricordarci quel tempo straordinario che non torna.



auguri ad ognuno di voi. Piero

è tempo di migrazioni nel Cielo Alto...



martedì 9 agosto 2011

time after time....



Distesa nel letto sento il ticchettio dell'orologio e ti penso


Sorpresa in circoli della mente, la confusione non è nulla di nuovo
Flash back, notti calde, quasi dimenticate
Valigie di ricordi
A volte mi immagini
Cammino troppo veloce davanti
Tu mi chiami
Non sento cosa hai detto
Allora tu dici: "va' piano, resto indietro"
La lancetta dei secondi torna indietro


Se sei perso puoi guardare e mi troverai
Volta dopo Volta
Se cadi ti prenderò, ti aspetterò
Volta dopo Volta


Dopo che la mia immagine svanisce
E l'oscurità si è tramutata in grigio,
Guardando attraverso le finestre,
Ti chiedi se sto bene
Segreti rubati dal profondo .
I tamburi battono fuori tempo


mi troverai
Volta dopo Volta
Se cadi ti prenderò, ti aspetterò
Volta dopo Volta


Hai detto: "vai piano, resto indietro"
La lancetta dei secondi torna indietro



"Tu non mi cercheresti affatto, se non mi avessi già trovato"... (Pascal)

venerdì 20 maggio 2011

I veri sentimenti sono venti che ti travolgono l’aria spostandola, non li vedi ma li senti.

I veri sentimenti sono venti che ti travolgono l’aria spostandola,
non li vedi ma li senti.
Il Vento, il vero Vento ti soffia dentro
anche quando non c’è più un filo d’aria


Amo la gente che si ama, che sa amarsi.
Ha un vestito migliore cucito addosso con l’ago dell’anima.
E lo regala, senza guardare la misura.
Perché l’amore non si prova, si indossa direttamente.


Mi piace la gente che ha un chiodo fisso su cui attaccare il cuore... ... e che sale sulla scala dell'infinito, si affaccia alle finestre del cielo per appenderlo senza riserve nella sua vita. E lo dipinge a mano l'amore, ed è l'unico quadro che gli resta nei paesaggi della memoria.

(Massimo Bisotti, scrittore)



lunedì 4 aprile 2011

Quasi una fantasia

La sonata per pianoforte n. 14 in Do diesis minore "Sonata, Quasi una fantasia"), al "Chiaro di luna" di Ludwig van Beethoven, è entrata stabilmente nel mio cuore. Da quella lontana estate quando mio cugino la suonava al pianoforte, ed io, girando le pagine della partitura, ne coglievo il mistero, i segreti. E su quelle note prendeva forma l'immagine della mia anima, la sua intimità, la sua fragilità, la forza passionale dei suoi sogni, l'irruenza indomabile dei suoi desideri. Una sonata, quasi una fantasia, che ti riconduce a te stesso. Alla pura essenza del cuore. Un cuore a NUDO, presente a se stesso, di fronte alla sua verità. Beethoven la denominò Quasi una Fantasia per il carattere libero e originale della composizione. Libero come un'anima NUDA. 
Che Ama, perde, cerca. E non smetterà mai di farlo.

Dove lei non è, io non sono


Dove lei non è, io non sono. 
Dove tu non sei, io non sono. 
Io sono le tue lacrime. 
Io sono le tue ferite su di me.
Io sono le tue carezze. 
Dove tu non sei, io non sono. 
Se non sono dentro te, sono fuori in un vuoto sogno. 
Che tuttavia sognerò. In cerca di te. 
Ovunque un Amore abbia voce, ascolterò.
Ovunque un Amore abbia braccia, l'abbraccerò. 
Perchè io sono dove tu sei. 
Dove tu non sei, io non sono.

Piero (non le correggo, così di getto le parole dal cuore sono uscite, così le lascio, libere in volo nel cielo alto.....)

Domande e risposte: Sii paziente

sabato 26 marzo 2011

Io penso che un uomo fa ciò che può finché il suo destino si rivela

L’Ultimo Samurai è un film che ho visto e rivisto varie volte e sempre con emozione rinnovata. Uno di quei pochi film che mi commuovono. E che si presta a diverse chiavi di lettura a seconda della situazione o del personaggio da cui si osserva, da cui ci si lascia interpellare. Seppure la mia via, il mio “cammino”, non sia la via della spada, la via del Samurai, il Bushido, sono fortemente attratto da quel mondo, da quei valori che rispetto e con i quali mi confronto cercando un contatto fruttuoso. Cercando di fare tesoro di quella cultura, di quel pensiero così profondo e molto ben rappresentato dal regista del film, che con indiscutibile abilità sia nelle scene d'azione, sia nella sapiente miscela della storia che non perde mai il giusto ritmo, ci offre emozioni forti, recuperando un gusto antico ma decisamente attuale, paradossalmente “necessario”, nel porre domande fondamentali per la nostra vita. Domande senza tempo che, come per il pescatore di perle di Hesse, vanno riportate in superficie per provocare in noi le risposte che ci orienteranno nella nostra “via”, nel trovare la nostra particolare, unica e personale vocazione, come per Algren, come Algren che vive in ognuno di noi. L’Ultimo Samurai è la storia di una “conversione”, o perlomeno, è anche questo. "Tu pensi che un uomo può cambiare il suo destino?" "Io penso che un uomo fa ciò che può finché il suo destino si rivela." Katsumoto e Algren rappresentano la relazione paradigmatica di questa conversione dove pensiero Zen, Buddista, Cristiano (non dimentichiamo i Samurai cristiani recentemente riportati alla memoria dal bel libro di Rino Camilleri), Bushido si mescolano sapientemente. E che emozione forte seguire con passione e trepidazione quella manciata di uomini pronta a sacrificare se stessa. Feriti nel corpo ma con lo spirito intatto partono alla carica, nell’epico, drammaticamente poetico scontro terribile tra il “nuovo” e l’ ”antico” (ma qual è il nuovo e quale l’antico?....). In gioco la sopravvivenza dell’Onore davanti alle pallottole delle armi occidentali. Le esplosioni di fuoco non li fermano. I colpi della mitragliatrice contro la spada, contro l’onore di uomini che hanno una ragione per morire e quindi una ragione per vivere. E la morte è sempre presente nella coscienza di un Samurai (come nel bel film Ghost Dog......), poiché questo pensiero, questa consapevolezza restituisce senso, dignità, valore alla vita. Occhi imperturbabili e occhi tremanti. i cavalli che cadono a terra, l’uno dopo l’altro con il carico di umanità, di forza, di coraggio. Da veri eroi . E’ l’eroe di Rostandt, il Cyrano de Bergerac che combatte la battaglia sapendo che perderà. L’imperatore ad Algren: “ditemi com’è morto”. Algren: “io vi dirò come è vissuto”. E l'incontro con Taka.... una rivelazione: Nathan Algren: Chi era il guerriero con l'armatura rossa? Katsumoto: Era mio cognato Hirotaro. Nathan Algren: E la donna che si occupa di me? Katsumoto: Mia sorella, moglie di Hirotaro. Si chiama Taka. Nathan Algren: Ho ucciso suo marito? Katsumoto: È stata una buona morte.Taka donna di rara bellezza (e per bellezza non mi riferisco solo al suo innegabile affascinante aspetto ma alla bellezza nella sua interezza: la dolcezza, l’onore, il rispetto, la sensibilità, la compostezza nell’elaborare il dolore ed il rifiuto trasformandoli in amore.... l’attenzione, l’ascolto la gentilezza. È l’incarnazione di questo pensiero: « La gentilezza nelle parole crea confidenza; la gentilezza nel pensiero crea profondità; la gentilezza nel dare crea amore » (Lao Tze) ….. come resistere al fascino di Taka ?

mercoledì 9 marzo 2011

Eye of the Storm: qualche volta il destino assomiglia a una Tempesta



Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura,per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo,e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte,come una danza sinistra con il dio della morte prima dell'alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano,indipendente da te.È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l'unica cosa che puoi fare è entrarci,in quel vento,camminando dritto,e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia. Attraversarlo, un passo dopo l'altro. Non troverai sole nè luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. Soltanto una sabbia bianca, finissima, come fosse fatta di ossa polverizzate, che danza in alto nel cielo. .. E naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia, E' una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi... Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.

Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia

martedì 25 gennaio 2011

La Fragola



Un monaco buddista, inseguito da una tigre, corre, corre, corre, fino a che davanti a un dirupo non cade. Si aggrappa all’ultimo secondo a una pianta e, sospeso, con la tigre che ancora lo minaccia, guardò verso il basso e vide un altra tigre, che ruggendo attendeva la sua discesa. Poi nota davanti a sé una pianta di fragole con una fragola rossa e matura. Sorrise, "Che magnifica fragola!" disse a se stesso. Allora la colse e la mangiò.

sabato 1 gennaio 2011

Facciamo un patto

Compagna:
tu
sai
che puoi contar su di me
non fino a due
né fino a dieci
ma contare su di me.

Se a volte
sentirai
che ti guardo negli occhi,
e una vena
d’amore riconosci nei miei,
non impugnare fucili
non pensar che
deliro.
Malgrado la vena
o magari perche’ esiste,
puoi contare su di me.

Se altre volte
mi trovi
oscuro senza motivo,
non pensare che sono giù
puoi contare lo stesso su di me.





Ma facciamo un patto:
Io vorrei contare su di te.
E’ cosi’ bello
Sapere che tu esistí,
Uno si sente vivo.

E quando dico questo
voglio dire contare
anche fino a due
anche sino a cinque.

Non perche’ tu corra
premurosa in mio aiuto,
ma per sapere
con certezza
che sai che puoi
contare su di me.

(Mario Benedetti)

A te...... a tutte le donne che hanno ascoltato il battito del mio cuore