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lunedì 4 aprile 2011

Quasi una fantasia

La sonata per pianoforte n. 14 in Do diesis minore "Sonata, Quasi una fantasia"), al "Chiaro di luna" di Ludwig van Beethoven, è entrata stabilmente nel mio cuore. Da quella lontana estate quando mio cugino la suonava al pianoforte, ed io, girando le pagine della partitura, ne coglievo il mistero, i segreti. E su quelle note prendeva forma l'immagine della mia anima, la sua intimità, la sua fragilità, la forza passionale dei suoi sogni, l'irruenza indomabile dei suoi desideri. Una sonata, quasi una fantasia, che ti riconduce a te stesso. Alla pura essenza del cuore. Un cuore a NUDO, presente a se stesso, di fronte alla sua verità. Beethoven la denominò Quasi una Fantasia per il carattere libero e originale della composizione. Libero come un'anima NUDA. 
Che Ama, perde, cerca. E non smetterà mai di farlo.

Dove lei non è, io non sono


Dove lei non è, io non sono. 
Dove tu non sei, io non sono. 
Io sono le tue lacrime. 
Io sono le tue ferite su di me.
Io sono le tue carezze. 
Dove tu non sei, io non sono. 
Se non sono dentro te, sono fuori in un vuoto sogno. 
Che tuttavia sognerò. In cerca di te. 
Ovunque un Amore abbia voce, ascolterò.
Ovunque un Amore abbia braccia, l'abbraccerò. 
Perchè io sono dove tu sei. 
Dove tu non sei, io non sono.

Piero (non le correggo, così di getto le parole dal cuore sono uscite, così le lascio, libere in volo nel cielo alto.....)

Domande e risposte: Sii paziente