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sabato 6 luglio 2013

Vietato arginare l'Amore

vietato arginare l'amore


vietato arginare l'Amore
quando la piena improvvisa
travolge il ciottolo
non più inerte silenzioso
rischioso affondare l’amore
in mari oscuri di pesci d’oro
e alghe dove tranelli tessono
alberi di carene abbandonate
esaltante lanciarlo fino ai cieli
ad avvampare pulviscoli di stelle
ad incrociare orbite alte
fuggenti di pianeti
di tenebra e di luce sarà il mio
sommerso come la goccia lenta di sale
che alza cristalli di roccia
nelle caverne
splendente come la chioma
guizzante di cometa che ardita
non teme il Sole

*
misura dell’amore è la perdita
l’assenza
la trappola improvvisa
di un ricordo
che afferra e strugge
misura della perdita è l’insistere
della presenza
l’ago di rame
che dal silenzio
scintilla e punge
presenza non è semplicemente
stare
è il cerchio che non chiude
il ritorno
la spirale infinita
dell’eterno venire
e dell’andare

*
incredibile come l’amore inganni
pensa desiderar re Marco e nel colmo
dell’amplesso sente lontane epoche
diverse presenze - il fantasma improbabile
che ogni surrogato grida, resuscita
duro tormento l’anima le stringe
vive - ma nostalgia mortale di attimi
perduti le viscere sconvolge
dentro la primavera gelida
rosa schiudono olezzanti gli arbusti
- empia pioggia attanaglia, sferza
venga un giorno di sole, aria tiepida
voli conduca rapida alla finestra
spuntar di fiori, col vento respirare
con le gemme rinascere del bosco
e che il cuore abbia pace Tristano dimentichi

*
Albero amico che ormai spoglio
più non nascondi l'anima. Grande eri
e verde, ospitavi nel folto canti d'uccelli
al soffio estivo muovevi le fronde.
Maestoso eri e fresco, ma più attraente
è la tua scarna bellezza.
Sei a nudo, sei essenziale.
Mi poserò sotto il groviglio
dei tuoi rami, con pazienza
conterò i sottili intrecci
e note diverranno le nodosità
dolci del tuo corpo snello.

*
È - questo intenso amore -
campo rosso di fragole
d'acre dolcezza profumato.
È di limone fiore, di frutto
aspro allegro mi stordì
d'aroma forte assaporato.
Emana acre pari intenso odore
l'aspro tuo intenso profumato
amore.

*
Per amarti ho superato il confine della protezione
reso libertà la solitudine. Dato ali più forti all'ape
paga del giardino. Non è stato difficile -
il brulichio domestico da tempo aveva preparato
                          il favo.
Dal ronzio blu di lavanda l'ape rischiò decisa
alla corolla del fiore esotico. Alla geometria esatta
delle celle lo sconquasso del volo ora deposita -
il giallo dorato esplodere di nuovi lontani
                          nettari.
Quelle tue gocce pure
                          limpide
                 caramellate di Sole

*
Impudico linguaggio
che non cessi di
carezzarmi, con mano
audace sovente mi svesti.
Parimenti impudica
la risposta che con lenta
diffusione ogni volta
intera mi spoglia.

*
Dentro una strada di Sevilla
zingara non richiesta mi cantò
- Pobre de tí, está un amor
de fuego dentro tu vida! -
Vent'anni appena, quell'amore
non lo sapevo ancora.
Assorta osservo il solco fondo
nella mano, l'inestinguibile
mia linea netta, decisa.
Stinti alle tempie i capelli
- pobre de mi - conosco bene
quell'amore. E brucia.

*
Finisce - l'estate -
nella prima foglia secca
che volteggia in agosto
lo scricchiolio nell'erba
quella chiazza marrone
nel prato a forza verde
- quella piccola crepa
nel mallo ormai maturo
dell'innamoramento -
quell'annuncio dell'ombra
nel pieno esplodere del giorno.
Non occorre novembre
per toccare l'autunno
lo racconta la polpa carnosa
nell'agguato sfatto dolciastro
del piccolo verme.

*
Al sole di febbraio
oggi ho sentito
il primo annuncio
della primavera.
Voci alterne d'uccelli
e una leggera brezza
che complice e gradita
trasmetteva della bella
stagione la certezza.


Laura Ricci - La Strega poeta (LietoColle, 2008), Voce alla Notte (LietoColle, 2006), Le quattro stagioni (Rebellato, 1984)

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